Il Parlamento europeo dà il via libera per la direttiva.
La legge sul salario minimo è stata approvata dal Parlamento europeo con 505 voti favorevoli, 92 contrari e 44 astensioni. La nuova direttiva si applicherà a tutti i lavoratori dell’Ue con un contratto o un rapporto di lavoro. Non saranno però tenuti a introdurre queste norme i paesi in cui il salario minimo gode già di protezione grazie ai contratti collettivi, come in Italia. Il testo sarà legge dopo l’approvazione del Consiglio.
Come da iter, i paesi europei poi avranno due anni di tempo per recepire la direttiva. Ad oggi, i paesi che hanno un salario minimo per legge i più alti sono in Lussemburgo, Irlanda e Germania. Mentre quelli più bassi in Bulgaria, Lettonia ed Estonia. Attualmente sono 21 su 27 i Paesi che garantiscono un salario minimo. Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia invece determinano i livelli salariali sulla base della contrattazione collettiva delle retribuzioni.
La legge sul salario minimo non sarà obbligatoria per l’Italia
I dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro mostrano che nell’Unione europea il 15% dei lavoratori percepisce una paga oraria inferiore al minimo salariale. La metà di questi inoltre è donna. I singoli stati membri saranno chiamati a garantire il salario minimo consentendo ai lavoratori di sostenere il costo della vita. Per rendere il salario minimo adeguato, i paesi potranno determinarlo su beni e servizi o fissarlo al 60% del salario mediano.
Anche se l’Italia non sarà obbligata a recepire la direttiva sarà comunque monitorata al fine di raggiungere la soglia dell’80% di contrattazione collettiva. Bruxelles infatti chiede ai paesi di promuoverla facilitando l’accesso ai lavoratori. Inoltre, il monitoraggio includerà i contratti collettivi pirata non applicati a livello nazionale con controlli e ispezioni sul campo, anche per contrastare subappalti abusivi, lavoro autonomo fittizio o straordinari non registrati.
La legge promossa dall’Ue si inserisce nella lotta dell’Unione alla schiavitù moderna e al lavoro forzato. “Questa proposta farà la differenza nell’affrontare la schiavitù moderna, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo”, ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.